Uno studio del CNR ha evidenziato che la probabilità di trasmissione airbone del contagio da Coronavirus, all’esterno, avviene solo nelle zone di assembramento.

Il contagio da Coronavirus, all’esterno,  avviene solo in presenza di assembramenti. La presenza di particelle virali in atmosfera è bassa in presenza di poche persone e distanziate, si alza a livelli di allarme in presenza di assembramenti. Sono le conclusioni di uno studio del CNR condotto durante l’estate in Veneto e Puglia.

Negli assembramenti le concentrazioni possono aumentare localmente così come i rischi dovuti ai contatti ravvicinati, pertanto è assolutamente necessario rispettare le norme anti-assembramento anche in aree outdoor.

Nello studio multidisciplinare, condotto dall’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isac) di Lecce, dall’Università Ca’ Foscari Venezia, dall’Istituto di scienze polari del Cnr (Cnr-Isp) di Venezia e dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Puglia e della Basilicata (Izspb), sono state analizzate le concentrazioni e le distribuzioni dimensionali delle particelle virali nell’aria esterna raccolte simultaneamente, durante la pandemia, in Veneto e Puglia nel mese di maggio 2020, tra la fine del lockdown e la ripresa delle attività.

La ricerca, avviata grazie al progetto “AIR-CoV (Evaluation of the concentration and size distribution of SARS-CoV-2 in air in outdoor environments) e pubblicata sulla rivista scientifica Environment International, ha evidenziato una bassa probabilità di trasmissione airbone del contagio all’esterno se non nelle zone di assembramento.

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